ANTIGONE
TOURNEE CHIUSA
CON
Fausto Costantini
Matteo Rizzi
Sasà Flauto - Chitarra e Voce
Foto: Festiv'Alba - @festiv.alba
Alessandro Haber
Elena Ferrantini
ANTIGONE
Storia di una donna Raccantata
Elena Ferrantini
ANTIGONE
Storia di una donna Raccantata
I due fratelli, Etocle e Polinice muoiono per motivi diversi sul campo di battaglia.
Creonte ordina che solo il primo (Etocle) venga seppellito, indicando Polinice come traditore della patria, decidendo di punire con la morte chiunque disubbidisca al suo volere e seppellisca il suo corpo.
Antigone, sorella dei due, decide di assumersi la responsabilità di seppellire Polinice.
A Creonte una guardia riferisce che il corpo di Polinice è stato ricoperto di sabbia; la stessa guardia per scoprire il colpevole disseppellisce il corpo di Polinice e si nasconde. Scopre che a ricoprirlo nuovamente è sua sorella. Portata al cospetto di Creonte, Antigone accusa lo zio di essersi posto al di sopra degli dei: il rito funebre va concesso a tutti gli uomini per volere delle divinità e neppure un re può opporsi. Creonte già furioso per l’affronto subito condanna a morte la nipote. La popolazione si dimostra solidale con Antigone mentre il figlio di Creonte, Emone, innamorato e suo promesso sposo prova a intercedere presso suo padre. Creonte è irremovibile e Emone, privato di qualsiasi possibilità di aiutarla. Creonte modifica la sua decisione: uccidere un membro della propria famiglia è contro natura e potrebbe suscitare l’ira delle divinità, quindi imprigiona Antigone in una grotta fino a quando vivrà. A Creonte viene ricordata la sua colpa dall’indovino Tiresia. Nel suo animo, Antigone non immaginando che Creonte potesse ricredersi, si uccide impiccandosi. Emone decide di uccidersi di fronte al padre Creonte, trafiggendosi con la spada. Euridice, dopo aver saputo della morte del figlio si uccide. Difronte alla tragedia della sua vita, Creonte supplica gli dei invocando la sua morte! Per la nostra Versione Raccantata tra i vari commenti letti abbiamo scelto: Nell’Antigone di Sofocle, riflette sulla difficoltà di interpretare e mettere in atto la legge attraverso il confronto tra due personaggi: Creonte / Antigone. Nello svolgersi della tragedia si sviluppa una contrapposizione tra la figura di lei (Antigone) che rivendica una legge fondata sulla famiglia e sullatradizione, mentre lui (Creonte) rappresenta il tiranno che fonda il suo potere su un ordinamento politico nato da deliberazioni esclusivamente umane. Nel promulgare le sue leggi non pone attenzione all’eventuale contrasto con quelle norme generate dal rispetto dell’ordine naturale e divino; il pericolo che Creonte teme. Se non dovesse lui per primo da governante sottostare a quelle leggi che promulga, è l’anarchia. Solo attraverso l’ubbidienza, le leggi dello stato sia giuste che ingiuste, si potrà mantenere l’ordine e la sicurezza, all’interno della comunità. Sia Antigone che Creonte portano la loro visione della legge alle estreme conseguenze. Sofocle in questa tragedia aggiunge un elemento drammaturgicamente molto rilevante: la protagonista è una donna. Una donna che si ribella, che non si sottomette né alle leggi della sua città, né all’autorità patriarcale. Quello di Antigone è un comportamento da uomo libero, non da donna Ma non è osteggiata dall’intera città per la sua mancanza di rispetto nei confronti della legge e e del potere, bensì scopriamo, che i Tebani parteggiano per lei! La nostra versione raccontata prevede nella prosa la vicenda, mentre nel canto in contraltare l’emozione all’interno della stessa.