Il Processo

Francesco Montanari, chi è l’attore che porta in scena il Processo a Socrate

Una carriera in Rai e talento da vendere: così Francesco Montanari è entrato in scena a Termoli, dopo il successo a Viterbo.

di Annarita Faggioni

Classe ’84, romano e attore di successo in tantissime serie tra cui I Medici. È questo l’identikit di Francesco Montanari, che ha giovedì 28 luglio ha messo in scena “Il Processo a Socrate” a Termoli. Montanari ha adattato L’Apologia di Socrate e il Critone di Platone con una sua sceneggiatura per il teatro. L’avventura è partita dal teatro romano di Ferento (in provincia di Viterbo) lo scorso 23 luglio e ha spiegato le vele ieri al Teatro Verde di Termoli. A seguirlo in quest’avventura vi Fausto Costantini.

Francesco Montanari, chi é: la carriera in Rai e non solo

Francesco Montanari nasce a Roma il 4 ottobre 1984. Si diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica e inizia la sua carriera nel ruolo di Libanese di Romanzo criminale. Partecipa a diverse pellicole di successo, come Oggi Sposi, Tutti al mare, Mala Vita – che gli vale un Nastro d’Argento nel 2015 – Ovunque tu sarai e Le verità. Il vero successo lo ottiene in fiction e serie televisive, soprattutto in Rai. Oltre a I Medici, ha ottenuto ruoli in progetti importanti che ricordano fatti della storia italiana, come Aldo Moro – Il presidente, Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo e Questo è il mio Paese. Ha partecipato anche ad alcuni video musicali, come Ricordami di Tommaso Paradiso. Grandissima anche la fortuna teatrale, con ben 33 opere portate in scena.

Francesco Montanari nel Processo a Socrate: la riscoperta della cultura classica

Nello spettacolo a due voci, Montanari interpreta in chiave moderna il ruolo di Socrate. Nella prima parte c’è un dialogo, mentre nella seconda l’attore avvia un monologo intenso e coinvolgente. I temi sono più contemporanei che mai, eterni per loro natura: la gioventù, le leggi, il rapporto con il divino, la corruzione, i beni immateriali e materiali, la giustizia. Al termine, lo spettacolo di Termoli si è concluso con la canzone di Vasco Rossi Vivere.


Francesco Montanari porta in scena Platone, Il processo a Socrate si fa in jeans e camicia

Con una rivisitazione e un adattamento in chiave moderna firmato da Fausto Costantini, Francesco Montanari porta in scena un brano tanto antico quanto attuale per una riflessione a 360 gradi sull’attualità davanti ad un pubblico soprattuto di giovani

di Elena Berchicci 29 Luglio 2022

Socrate e Platone e la vita nel 2022. Sembrano così lontani, eppure sono così vicini. Per i temisoprattuto, mai banali, mai scontati, sempre legati all’attualità e su cui si può parlare, riflettere e discutere ora, come allora. Ed é proprio questo il valore immenso e senza tempo che è venuto fuori dal palco del Teatro Verde ieri sera, giovedì 28 luglio, dove é andato in scena “Il processo”, all’interno di “Adriatika – Festival di percorsi creativi” organizzato da Frentania Teatri.

Con una rivisitazione e un adattamento del testo alla presentazione teatrale firmata da Fausto Costantini che lo ha accompagnato anche in scena, Francesco Montanari ha portato sul palco un’opera tanto antica quanto moderna interpretando il ruolo di Socrate. Una modernità non solo di tematiche, ma anche nel modo di affrontarle, con una scelta dell’abito di scena che si cala perfettamente nella contemporaneità: jeans e camicia.

Su una scena semplice fatta di elementi essenziali, i due attori hanno saputo portare avanti uno spettacolo che è stato un dialogo a due voci, con un botta e risposta di argomentazioni intenso e veloce, mai banale, sempre profondo e con i giusti tempi a scandire parole e concetti. Un monologo poi che si è fatto lungo e intenso, con la voce dell’attore romano a sostenere idee, concetti, riflessioni. In un’analisi dell’attualità di allora, che sembra essere una panoramica a 360 gradi di quello che accade oggi con i temi più che mai attuali: i giovani, la corruzione, l’educazione e le giuste punizioni, e poi le leggi e i giudici, le divinità e la presunzione, i beni materiali e quelli immateriali.

Il pubblico, fatto soprattutto di giovani tornati a teatro per una serata di cultura e riflessione che hanno apprezzato, in religioso silenzio ha ascoltato i due attori lasciandosi trasportare da quei discorsi, dai pensieri e dai loro ragionamenti.

E in conclusione, in tutto il teatro risuona Vivere di Vasco Rossi, su cui i due attori portano a casa l’applauso del pubblico. Perché forse, alla fine, il vero insegnamento é questo: vivere.